Il secondo capitolo affronta il periodo compreso tra il 1897 e l’inizio delle ostilità tra Italia e Impero Austro-ungarico, caratterizzato dall’adozione e dalla diffusione nel Regno dei metodi di polizia tecnica e scientifica già adottati all’estero e invocati da tempo, che provocavano inediti impulsi e problematiche nell’organizzazione della P.S. e spunti per adeguare la cultura professionale dei funzionari e, di riflesso, delle guardie.

Si è ricorso sia a fonti inedite che edite.

Le prime sono di natura archivistica, custodite nell’Archivio Centrale dello Stato, prodotte dalla Commissione di studio per la riforma del personale di P.S. tra la primavera e l’autunno del 1919.

La Commissione, voluta da Vittorio Emanuele Orlando, era affidata a Camillo Corradini^[1] (da cui prende il nome) e produceva un copioso carteggio^[2] che fotografava la condizione della P.S. da prima della guerra fino al momento.

Le fonti edite, a stampa, consistono in alcuni manuali del direttore dei corsi di Polizia scientifica prof. Salvatore Ottolenghi^[3] e di alcuni dei suoi collaboratori sulle materie di insegnamento dei corsi stessi per funzionari, e altre pubblicazioni per guardie firmate da comandanti o funzionari. Utili alcuni testi coevi di criminalistica, di scienze forensi^[4] o della Direzione Generale della P.S., «La tutela pubblica: periodico settimanale politico e amministrativo» pubblicato a Roma dal 1908; alcuni studi più recenti di storia delle tecniche di investigazione.

[1] (Avezzano 23 aprile 1867 † Roma 30 dicembre 1928), presidente della Commissione per la riforma dell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza, dei relativi servizi e del personale; nominato con decreto ministeriale dell’11 marzo 1919 dal Ministro dell’Interno Gaspare Colisimo, vice presidente del Consiglio con l’interim per l’Interno del governo Orlando.