Una preziosa recensione de Il Giornale d'Italia,  domenica 18 giugno 2017,  rubrica Storia e memoria, a firma dello storico e saggista Pietro Cappellari.

 

Giulio Quintavalli, apprezzato studioso di storia, con questa opera individua il processo per il quale il poliziotto del XIX secolo diventa una professione socialmente apprezzata; cioè quando lo sbirro, analfabeta, manesco, ottuso e incapace, superata la cultura del sospetto e della prevaricazione, abbraccia quella dell’indagine sostenuta dalla scienza e dalla tecnica per trasformarsi, appunto, in investigatore, come il detective inglese. Un salto in avanti che ne “riscrive“ mentalità, quadri mentali, motivazioni, valori, capacità e fiducia in sé stesso. Il titolo della pubblicazione, Da sbirro a investigatore, edita da Aviani & Aviani, sintetizza questa trasformazione, che è avvenuto dopo la Grande guerra.

 

La ricerca si sviluppa in quattro capitoli: il primo considera gli anni tra i primi anni Ottanta e il 1897 e i primi tentativi di realizzare in Italia una figura analoga al detective anglosassone: la guardia investigatrice di polizia giudiziaria; si descrivono i metodi di indagine, antiquati e insufficienti, e le prime proposte di ristrutturare i Corpi in servizio di PS, affidando tutti i servizi in uniforme all’Arma. 

 

Il secondo si spinge al 1915, con la polizia scientifica e le prime iniziative per professionalizzare il poliziotto.

 

Il terzo tratteggia l’impegno della Polizia nella Grande guerra per la tenuta  del fronte interno: caccia alle spie, disertori, contrasto ai reati di guerra, difesa della produzione di beni strategici, lotta alla criminalità nel Meridione. In breve “Salvaguardare le spalle dell’Esercito” come dalle parole del Presidente del Consiglio Orlando. Un severo test per l’Ufficio Centrale d’Investigazione (di Giovanni Gasti) e per l’Ufficio Centrale abigeato (di Augusto Battioni), che indagano rispettivamente su attentati, sabotaggi, spy stories (fino all’entourage di Papa Benedetto XV), e sul triangolo mafia-diserzione-abigeato, nuova emergenza criminale nel Mezzogiorno. Qui oltre 1.000 tra poliziotti e carabinieri dell’Ufficio abigeato operano in strettissima sinergia con risultati entusiasmati; in pratica un’Antimafia antelitteram.

Pietro Cappellari
Pietro Cappellari

Lo studio si conclude con il Dopoguerra e il Governo che riforma la Polizia “riscrivendone” metodi, personale e professionalità.

 

Un’opera quella di Quintavalli che ci riporta indietro nel tempo e che ci permette di analizzare – anche sotto questo profilo – il volto di un’Italia che cambiava profondamente, tra disordini sociali, arretratezza culturale, difficoltà  economiche e il sorgere non lontano del fascismo.

Pietro Cappellari

(si ringrazia l'autore)