Premessa

 

Dalla lettura delle fonti a stampa (quotidiani e riviste, pubblicazioni di funzionari di Pubblica Sicurezza, relazioni di commissioni di studio nominate dal governo o dal Ministero per migliorare le condizioni del Corpo delle Guardie di P.S., interventi parlamentari) la guardia di Pubblica sicurezza, dispregiativamente indicata “di questura”, viene solitamente descritta rozza, semianalfabeta, intellettualmente carente, di origini meridionali, indisciplinata e affatto efficiente, socialmente isolata (specie nelle grandi città del nord), dedita a frequentazioni femminili censurate.

 

 

Il tutto ostacolava i vertici degli Uffici di P.S. di selezionare tra i dipendenti gli elementi più capaci da impiegare  nei servizi in borghese, di indagine e di polizia politica, come anche la Direzione Generale di Pubblica Sicurezza (aveva sede a Palazzo Braschi) di predisporre per il Corpo significativi percorsi di professionalizzazione per adeguarlo alle nuove tecniche di detection che si stavano tiepidamente affacciando e alla criminalità sempre più astuta e agguerrita.

 

L’articolo proverà a restituire consistenza storica alla communis opinio per poi dimostrare, con successivi contributi, come in Età liberale si è scelto di migliorare la qualità del personale di P.S. attraverso una maggiore selezione dei volontari che ne chiedevano di far parte, scelti quindi con nuovi e più rigidi criteri. Condizione essenziale per approntare nuovi, moderni e articolati percorsi di professionalizzazione nella Scuola Guardie di P.S. di Via Garibaldi a Roma,e negli Uffici di P.S. (leggi l'articolo integrale)